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Salemi

Salemi (5 km - 10 minuti con l’auto )

Situato nel cuore della Valle del Belice, è una città arabo-medievale, di importante rilievo urbanistico. In epoca normanna divenne città demaniale, sede della corte del re e fu costruito il maestoso Castello che ancora oggi domina la città.
Nel 1860 Garibaldi giunse anche qui e la nominò, simbolicamente, prima capitale d’Italia. Fra le tradizioni tipiche più fiorenti mantenute, occorre ricordare la tessitura dei tappeti al telaio, il ricamo, l’intreccio di parti di piante  per la realizzazione di panieri e canestri (vimini, canne e rami di olmo o castagno) e la lavorazione della pietra «campanedda» ricavata dalle cave del territorio ed utilizzata per i decori delle case e scolpita dagli artigiani locali. Numerose le tradizioni locali. La più importante è la festa delle Cene di San Giuseppe che si celebra il 19 marzo. In tale occasione vengono allestiti altari votivi dette «cene» costituiti da una struttura in legno ricoperta di foglie d'alloro e mirto e addobbata con arance e limoni, piccoli pani ricamati detti "CUDDUREDDI" realizzati artigianalmente dalle donne del paese. Il pane artisticamente lavorato raffigura animali, piante, fiori, frutta e utensili da lavoro. Nell'occasione si producono i famosi dolci di San Giuseppe (sfincioni).

Di notevole interesse è il Museo Civico ospitato nei locali del Collegio dei Gesuiti. Comprende varie sezioni: archeologica, risorgimentale e d’arte sacra. La prima custodisce i reperti recuperati durante gli scavi effettuati nel territorio di Salemi, in particolare a Mokarta e Polizo, la seconda raccoglie cimeli, armi, divise e documenti del periodo risorgimentale e dell’epopea garibaldina. La terza infine, è una sezione dedicata all’Arte Sacra. Qui sono raccolte molte delle opere d’arte che si trovavano nelle chiese distrutte o danneggiate dal violento terremoto del 1968. Tra questi, un fonte battesimale, una bellissima Madonna della Candelora in marmo e una Madonna con Bambino in terracotta (tutte attribuite a Domenico Gagini), una quattrocentesca Madonna con Bambino in marmo policromo (opera del Laurana) e vari affreschi, dipinti e opere salvate dalla distruzione. In una stanza inoltre è stata ricreata la Casa della Madonna di Loreto. La realizzazione risale al 1700 ad opera dell’architetto Amico. L’interno è abbellito con stucchi e affreschi e da un bell’altare in oro zecchino. Unico nel suo genere è inoltre il museo della mafia, voluto dall’ex sindaco Vittorio Sgarbi.

 


Il Castello Normanno-Svevo

              


Città di Salemi

     


Una caratteristica Cena di San Giuseppe

 


Pietra "campanedda"

     


il Museo della Mafia - Leonardo Sciascia

 


Telaio per tessere tappeti.

 

Il Castello Normanno-Svevo si trova in una posizione elevata e strategicamente dominante. Costruito nel XIII secolo da Federico II di Svevia probabilmente su un vecchio sito greco-romano, è stato utilizzato come una fortezza da arabi e normanni. Ha una pianta trapezoidale con tre torri, due quadrangolari e la terza con un impianto di cerchio. Una vecchia leggenda dice che due fratelli e una sorella volevano costruire una città, ma litigavano sul posto dove erigerla. Alla fine hanno deciso di costruire un castello ciascuno in luoghi diversi. Il primo a completarlo, avrebbe dovuto annunciarlo agli altri con un grande fuoco. Là sarebbe stata edificata la nuova città. La sorella furbescamente, ha dato il segnale prima di terminare il castello, calcolando il tempo necessario per i suoi fratelli per arrivare sul posto. Le rovine di altri due castelli esistono realmente nel territorio di Salemi.

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